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Pubblicata in occasione dell'esposizione a Vigevano, la monografia presenta una ventina di opere di Tony Dallara che ha dedicato alla luna molta della sua produzione pittorica densa di crateri materici e costellazioni planetarie. Come scrive il curatore nel suo saggio «La pittura astratta di Tony Dallara nasce in un'epoca in cui i voli spaziali americani e russi sollecitano l'arte e l'immaginazione verso i mondi lunari. L'infinito a colori, tra pianeti e buchi neri, esalta le visioni di esplosioni cosmiche, sollevando questioni profonde sull'origine dell'uomo e il suo destino. Un viaggio spaziale tra i misteri della vita per una generazione che spera di poter trascorrere, un giorno, le vacanze sulla luna. In quegli anni, il corpo celeste, che ha una faccia sempre nascosta, è un soggetto continuamente proposto in scenari futuri ideali, rappresentato in dipinti, nella pubblicità e nei film di fantascienza. La plastica liquida, bollita e versata da Tony Dallara sulle tele con lo scopo di creare crateri e superfici irregolari, è il segno evidente della vocazione di una generazione a sperimentare soluzioni contemporanee e a realizzare un moderno universo di immagini, simulacro di territori extraterrestri».